Dati aperti o open data, chiamateli come volete. Ma la chiave di lettura non cambia: l’accessibilità, e soprattutto l’accessibilità a un bene comune.
Stamane a Catania l’ing. Maurizio Consoli (dirigente servizio sistemi informativi del Comune), in virtù del portale della città etnea sugli open data lanciato pochi mesi fa, ha incontrato i dirigenti comunali dei più svariati settori per invitarli a contribuire all’invio dei dati di propria competenza al fine di arricchire l’archivio dei dataset, visto che al momento se ne constatano solo 20.
Il cambiamento, forse, non è sempre facile da accettare e l’innovazione è sempre qualcosa che per certi versi può spaventare. Qualche dirigente sarà stato preoccupato, probabilmente, dal lavoro in più che dovrà svolgere. Non sarà tempo perso, anzi tutto di guadagnato. L’accessibilità al cittadino-fruitore, allo studioso, al curioso, e via dicendo, non è di carattere esclusivo. Anzi, un dato ordinato è un dato prezioso e utile anche per gli stessi addetti ai lavori, e all’amministrazione comunale. L’utilità, dunque, è bidirezionale.
Prendiamo ad esempio il dataset relativo alla composizione della popolazione residente a Catania del 2013. Premesso che il dato, non solo deve essere prezioso, ma deve essere soprattutto fashionable. In altri termini deve essere comunicato ai più. Un semplice grafico può apparire più chiaro rispetto alla fredda tabella excel.
La composizione della popolazione per fascia di età, così riportata, può consentire ad esempio la possibilità di intervenire concretamente in termini di welfare e politiche sociali. Analizzando la fascia di età 60-75 e più si evince chiaramente come questa fascia di popolazione risieda in particolare nella seconda circoscrizione (Ognina-Picanello). E allora ci si potrà chiedere: esistono servizi sanitari adeguati? Cosa c’è e cosa si può fare?
Discorso analogo può essere fatto per la fascia di età dove sono presenti minori in età da asilo. O ancora andando ad analizzare la composizione della popolazione per cittadinanza si potrebbe capire in quali circoscrizioni si potrebbe andare meglio ad agire riguardo politiche di integrazione. Ma il discorso non è esclusivamente politico, amministrativo, o da curioso. Nell’ultimo caso, ad esempio, potrei essere interessata ad aprire un market di cibo proveniente dallo Sri-Lanka o dal Brasile. Un’informazione del genere mi consentirebbe di orientarmi meglio nella circoscrizione ideale per farlo.
Un dato accessibile è quindi un dato utile e prezioso, e sarà ancora più affascinante se comunicato chiaramente. Un dato appetibile sia per chi lo concede che per chi ne usufruisce. Ed è per questo che anche Catania ha iniziato questo percorso, probabilmente lungo, di cultura e apertura agli open data e al web in generale. Basti pensare all’aumento degli utenti che accedono ai siti della Pubblica Amministrazione per ottenere informazioni, 29,8%. (Dati istat 2014 su “cittadini e nuove tecnologie). Ed è anche attraverso questo percorso che la sezione opendata del Comune di Catania potrà essere un’ottima vetrina e strumento proficuo di discussione online, e soprattutto offline.
Un commento su “L’utilità bidirezionale degli open data”
A completamento del post, aggiungo alcune brevi note sull’incontro. Si trattava di un evento formativo rivolto ai dipendenti del comune, il secondo (e non certo l’ultimo) riguardante gli Open Data. Erano presenti gli incaricati alle tematiche di trasparenza di tutte le direzioni del comune. Il team Open Data del Comune in questo momento riceve i dataset in formato xsl o csv da tutti gli uffici, corredati da un insieme di meta-informazioni (autore, data ultima modifica, …). Lo stesso team si occupa quind di inserire i dataset ricevuti nel portale Open Data del comune.
In questa occasione, il responsabile Open Data Maurizio Consoli ha illustrato con grande chiarezza alcuni accorgimenti necessari per rendere “machine-readable” i dataset così forniti (ad esempio separare su due colonne via e numero civico degli indirizzi).
Come rappresentanti di Open Data Sicilia eravamo presenti Alessia Zuppelli, autrice del post, Giuseppe Reale, Sergio Consoli ed io. Ci è stata data occasione di presentare brevemente l’associazione, il nostro ruolo e le attività che svolgiamo. Abbiamo risposto con piacere ad alcune domande che ci sono state poi poste, riguardanti ad esempio le possibilità di riutilizzo degli Open Data. Abbiamo inoltre illustrato, al fine di definire delle priorità nel processo di apertura dei dati del comune, quali sono i dati maggiormente richiesti dalla società civile.