L’Open Data Day 2015 ha visto la community di Open Data Sicilia impegnata su vari fronti con nuclei di “opendatari” attivi in diverse città dell’isola (in particolare a Palermo, Catania e Messina). Alcune delle iniziative in campo sono il frutto del confronto, iniziato in occasione del primo raduno della community di Open Data Sicilia (Monaco di Mezzo, 27 dicembre 2014), e continuato a distanza in questi due mesi.
L’idea di sviluppare una scheda di monitoraggio sull’attività di data disclosure dei comuni siciliani nasce come strumento per la raccolta di informazioni utili per mappare, comprendere e comparare pratiche ed esperienze che (purtroppo ancora pochi) enti e pubbliche amministrazioni siciliane stanno sperimentando e portando avanti. Un esperimento che prende spunto e si avvale di riferimenti e modelli sviluppati sia in ambito internazionale (Open data Barometer, five star scheme di Tim Berners-Lee) che nazionale (Open Data Census, linee guida AgID) cercando di integrarli, e adattarli al contesto locale e ove possibile arricchirle con nuovi campi di osservazione e analisi.
Sabato 21 febbraio abbiamo sperimentato un metodo di lavoro centrato sulla collaborazione, il confronto e la condivisione. Siamo riusciti ad organizzarci in due luoghi fisici di coworking, a Palermo (Consorzio Arca) e Catania (Bench – Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali) gestendo le attività a distanza grazie ad una piattaforma che offre strumenti utili per il lavoro di gruppo (hipchat).
L’output prodotto è una scheda di monitoraggio, insieme ad un primo test fatto sul comune di Palermo. La scheda è adesso disponibile online per ricevere osservazioni da parte della community di Open Data Sicilia. Testato e validato lo strumento di monitoraggio ci dedicheremo, probabilmente attraverso una nuova sessione di lavoro a distanza, alla rilevazione vera e propria con l’idea di creare un primo report di analisi (esperienza che potrebbe poi essere ripetuta con cadenza periodica).
Oltre alla breve cronaca appena fatta e alle possibili prospettive future delineate sopra, mi preme mettere in evidenza alcuni punti salienti di questa “esperienza – azione”:
- Metodo di lavoro: basato sul confronto e partendo in alcuni casi da prospettive e idee diverse. Un confronto nato sulla rete, ripreso off-line e concretizzato tra on-line e off-line. La nascita spontanea di gruppi di lavoro con competenze assolutamente variegate e multidisciplinari ma con la voglia di trovare e provare occasioni di scambio.
- Cooperazione VS competizione: non è stato facile, come accade spesso nelle situazioni di lavoro di gruppo (senza una regia forte), trovare una sintesi tra le diverse proposte e idee tanto sul modo di procedere che sui contenuti. Alla fine però il risultato è arrivato ed è stato il frutto di logiche e pratiche improntate alla cooperazione e all’ascolto reciproco convinti che se ci si muove in gruppo si ottengono risultati che vanno ben oltre la sommatoria di tante piccole iniziative individuali.
- Sulle spalle dei giganti.. : lo sforzo fatto parte dalla curiosità, dalla voglia di partecipazione e di cambiamento che ci accomuna tutti (insieme all’interesse per i dati aperti e la trasparenza) ma ben consapevoli che questo non basta per costruire proposte e azioni utili e di qualità ci siamo tutti dedicati all’analisi delle esperienze già consolidate e da quelle siamo partiti per costruire qualcosa di nuovo. L’Open Data Institute e l’OKFN (con cui vorremmo tanto collaborare in futuro) ci hanno offerto utilissimi spunti che sono alla base del nostro lavoro, abbiamo però pensato di raccogliere anche informazioni sui referenti per le politiche di open data all’interno dei vari enti, la presenza di eventuali documenti formali (come le linee guida), la valutazione dell’engagement, informazioni relative a progetti e finanziamenti esterni o la partecipazione di enti e società che hanno contribuito al processo di data disclosure.